Scritto da Sara Bianchi
Obiettivo educativo primario è quello di insegnare e far imparare ai bambini questi giochi in modo che possono giocarci in modo autonomo e spontaneo.
I giochi classici sono quelli che generalmente i bambini giocano spontaneamente e difficilmente vengono proposti dagli educatori perché non ritenuti ad alta valenza educativa. L’educatore deve riuscire a dare fiducia alla potenza educativa di questo tipo di giochi. In realtà questi giochi sviluppano abilità sociali molto importanti come il gioco di ruolo e la drammatizzazione, abilità motorie di crescenti difficoltà come corse e salti, abilità cognitive sempre più elevate come l’attivazione di piccole astuzie tattiche e di autoregolazione. Non è necessario esplicitare al bambino cosa il gioco può insegnargli, in quanto sarà il bambino a cogliere ciò che di educativo si trova nelg gioco.” Inoltre oggi a causa delle difficoltà di aggregazione spontanea, non è più scontato che i bambini conoscono questi giochi se nella cerchia dei propri compagni di scuola o amici, nessuno li conosce e li propone. La finalità quindi non è utilizzare questi giochi a fine educativo ma l’obiettivo è insegnarli ai bambini in modo che possono conoscerli e possono riproporli spontaneamente quando l’occasione glielo consente. Insegnare ai bambini i giochi classici perché possano giocarci da soli, così il gioco classico entrerà nella memoria del bambino. Una volta insegnato il gioco e supervisionato per qualche volta, l’educatore si defila e lascia che i bambini ci giochino da soli così che, il gioco perda l’aspetto di controllo da parte dell’adulto oltre a renderli consapevoli di essere capaci di gestirli anche da soli. Se si creano dei conflitti si aspetta che questi vengano risolti spontaneamente e solo in caso di un blocco protratto l’educatore può intervenire a snodare il problema per poi scomparire nuovamente. L’educatore deve rinunciare all’aspetto del controllo e accettare i fattori di arbitrarietà che questi giochi innescano divenendo un osservatore impassibile. L’educatore deve essere come una mano invisibile che dà fiducia alla spontaneità dei bambini e deve cercare di favorire e tutelare le occasioni di aggregazione spontanea. Si può anche decidere di esplicitare questo aspetto dicendo ai bambini: “Ora vi insegno un gioco, che potrete fare anche da soli..”, così dovrebbero essere ancora più motivati ad apprenderne i passaggi percependo ciò che si sta facendo come un insegnamento.
ARCHIVIO DI GIOCHI CLASSICI